Con l’occasione dell’appuntamento relativo al referendum costituzionale confermativo del prossimo 4 dicembre, stiamo assistendo in questi giorni ad un innalzamento dei toni fuori dai canoni di civiltà che ci si dovrebbe aspettare nel 2016.
Soprattutto da parte delle fazione del “no”, ovvero di coloro che con la scusa di un mantenimento della Costituzione Italiana così come riformulata nel 2001 desiderano la caduta del governo composto a maggioranza dal Partito Democratico e presieduto da Matteo Renzi, si leggono sempre più spesso messaggi volutamente provocatori di odio e offensivi, volutamente veicolati sui Social Network e principalmente Facebook.
Questa ondata d’odio è stata causa sia di interrogazioni parlamentari e di inchieste giornalistiche, sia di seguenti attacchi di malviventi informatici al sito ufficiale del “Sì”.
Per fare qualche breve considerazione, la scarsa fiducia nella politica che negli ultimi anni è sfociata in scarsa fiducia nelle istituzioni, ha reso prima “comprensibile” poi usuale l’utilizzo di account “fake”, ovvero falsi, all’interno dei principali social network come Facebook e Twitter.
In realtà questa attuale situazione è figlia di comportamenti non nuovi sul web che avvenivano già 10 o 15 anni fa su forum, liste e comunità online, anche se inizialmente “solo” per esprimere posizioni differenti rispetto agli “opinion leader” o per “trollare” discussioni con l’obiettivo di bloccare o discreditare l’opinione stessa e il relativo autore.
In campo politico e istituzionale, poiché ci sono sempre o quasi in ballo obiettivi e scopi elettorali e quindi direttamente o indirettamente economici, questo fenomeno ha assunto toni “professionali” ovvero svolti a pagamento da professionisti come succede nel campo della reputazione del brand di una azienda, comprese azioni di controffensiva 2.0 della controparte, che spesso risulterebbe essere la “parte lesa”.
Le soluzioni, anzi i soli vaccini visti che i target sono simili, tramite i quali i cittadini 2.0 possono salvaguardarsi sono principalmente due.
Il primo è quello di ricercare e controllare le fonti più in profondità possibile per ricercare la verità, anche se questa pratica, oltre ad attirare poche simpatie da parte della “massa” populista a causa della un po’ dell’analfabetismo funzionale e classico, un po’ per il tempo che occorre investire, di solito non porta consensi (o “like” se vogliamo considerare Facebook) e anzi fa inserire automaticamente il proprio nome tra coloro che vengono additati come servi del potere, kasta, poltronari, ecc. da parte di coloro che reputano più immediato seguire la “pancia”, che tra l’altro monetizza molto di più.
Infatti la questione, ritornando a quanto espresso sopra, torna economica o comunque fine a un ROI (ritorno sull’investimento) come qualsiasi altra attività svolta da questi professionisti “haters“, persone che portano, nutrono e diffondono odio, così come accade per i guadagni e gli accessi sopra la media di chi opera nella comunicazione di omeopatia, astrologia, danni causati da vaccini, cospirazioni, olio di palma, scie chimiche, ecc.
Il secondo modo, quello forse più vicino ad un vaccino, è quello di togliersi dal corpo e dalla mente la paura di mettersi direttamente e pubblicamente in gioco e chiedere con determinazione, competenza e preparazione ad istituzioni, forze politiche, associazioni e società civile una massiccia e concreta diffusione di meritocrazia, cultura, cittadinanza, politica e partecipazione 2.0 competente, preparata e democratica.
Riuscirci è possibile, non facile come d’altra parte poche cose buone e belle sono facili, ma possibile. Basta un sì.